Poi ci sono quelli che una pietra parlante non basta. Ci hanno messo la faccia e l’alloro, i russi di Roma, nella targa dedicata al loro Nikolaj Gogol’, per ricordare che lo scrittore visse in Via Sistina 125, dal 1838 al 1842. Il posto dove visse meglio.Via Sistina si chiamava Strada Felice, Piazza di Spagna era a due passi, la signora Anna Rinaldi gli aveva affittato un bell’appartamento al terzo piano e qui riusciva a:
-sentirsi “Niccolò Coccoli, possidente”, come scritto nel registro della parrocchia di Trinità dei Monti, e non un funzionario di ottava classe come in Russia.
-ricevere gli amici, cucinando maccheroni al dente, innaffiati di gogol – mogol, un beverone di latte di capra e rum.
-vagare per buone tavole, a caccia dei soliti maccheroni, poi di ravioli, abbacchio, broccoletti, marsala, dolci, gelati, caffè con la panna.
-disegnare piccole cose, squarci urbani, quadri di genere.
-scrivere grandi cose, il capolavoro della targa, le “Anime morte” (anche se -dicono – un capitolo lo scrisse in osteria ai Castelli).
-passeggiare sotto questo cielo di città e campagna insieme, che con tutto quel verde e quei giardini gli sembrava di essere in paradiso.
-passeggiare per una Roma fuori dal Grand Tour, tra chiese barocche e soffitti ingegnosi, Sant’Ignazio piuttosto che San Pietro, organizzando personalmente itinerari originali per i russi che andavano a fargli visita.
-far visita all’ex amante dello zar, sull’Esquilino, che riuniva a salotto artisti russi, anche se Gogol’ preferiva un romano, il romano, Giuseppe Gioachino Belli.
A un certo punto, però, Roma diventò noia, la felicità angoscia, “misticismo” dicevano allora, una “forma di psicosi bipolare” hanno detto dopo. Gogol’ fece i bauli, cercò Roma in altre città ma alla fine tornò in Russia, dove sopravvisse ben poco. L’abitazione di Via Sistina oggi è diventata la Casa Museo dello scrittore, ospita l’Associazione Premio Gogol’ ed è visitabile su prenotazione. A Gogol’ è stata dedicata anche una statua in bronzo, in piazza Paolina Borghese, a Villa Borghese. Il “signor Coccoli” ci andava spesso e l’ha citata in un racconto che non diventò mai romanzo, “Roma”.
UTILITATES
-Per il Gogol’ romano “La meravigliosa Roma di Gogol'”, di Rita Giuliani, Studium editore.
-Per mangiare i maccheroni in centro, un grande classico, Trattoria del Cavalier Gino.
Molto affascinante entrare nella dimensione privata di un grande personaggio
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Luca, sei un tesoro! grazie!
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